Scritta da: Jean-Paul Malfatti
in Poesie (Poesie personali)
Volo e caduta
Ho volato troppo in alto
e sono caduto giù in mare.
Non ho più ali né timone,
m'ancora volo. Sono morto?
Composta sabato 19 novembre 2011
Ho volato troppo in alto
e sono caduto giù in mare.
Non ho più ali né timone,
m'ancora volo. Sono morto?
Ancora
sei tu
poesia strappata
al mio cuore
segreto agrodolce
da custodire
dietro la porta dei miei
pensieri.
Nasceranno uomini
liberi
dalle ceneri
di questi anni
nasceranno uomini
nuovi
dai vecchi bozzoli
tutti dello stesso colore
Nasceranno
uomini
come pietre
pronti a scalfire
la cieca obbedienza.
Ogni notte sogno
quella lunga e interminabile
linea che attraversa il buio...
quella sola linea infinita
che non sai dove va,
come finirà...
quella linea chiamata vita!
In cima alla notte
il mio risveglio
che domanda di te
tra due virgole
di passaggio
Nessun inciso
nessun segnale
È solo il merlo
che
tra gorgheggi
due volte
fischia il mio nome
dalla lettera u.
La luce che è in me
è accesa ogni volta
che il buio entra
nell'infinito baratro
e, respira con forza
l'immenso profumo
che è fuori.
Oltre gli oceani
oltre gli orizzonti
e tutto ciò
che la luce degli occhi
possa ammirare
tutto ciò
che l'estasi della mente
e dell'anima
racchiude
gelosamente in sé.
Resta fermo
Là giù
Un gatto sperduto
Dal pelo
Bianco lucente,
Mi osserva pauroso
Con i suoi grandi
Occhi solitari,
un ombra lontana
vede spaventato
è solamente
il passo
di un uomo
che si aggira
con i suoi cupi pensieri
e respira magicamente
il profumo fresco
della vita.
Hai gli occhi chiusi, ti mordi le labbra
e sogni vie misteriose...
ancora una volta vie misteriose.
Conosci ogni angolo di quell'ambiente
i suoi stivali sono dove li hai lasciati
stampe d'epoca, finestre sempre spalancate
l'odore delle candele che si mescola con quello della terra bagnata.
Il pavimento e il tavolo di ferro battuto sono freddi
l'aria è pregna di fumo smorzato, sospiri, sudore, urla...
Un altro tempo, un altro luogo
nuda e oscena
nel grande spazio del pavimento
ti lasci toccare
toccare e guarire
ferire e rubare...
poi...
una musica fastidiosa... una luce accecante...
un vociare di persone e l'odore del caffè
vivide luci del mattino
che lavano via il sonno dagli occhi di un altro giorno.
Nuda e forse spaventata
nel grande spazio del pavimento
ti sei svegliata con una lacrima sulla lingua
e una sensazione nuova, aspra e misteriosa.
In questo tempo, in questo luogo
trova te stessa in qualcun altro
smetti di guardare la parete
tanto non c'è nulla...
Sono ali di colibrì
i nostri sogni d'amore.
Sono voci di uragano
i battiti del cuore.
Sono occhi di donna
i brividi della notte.
Sono inni di pasqua
i raggi dei tuoi occhi.
Sono la giovinezza in fiore
le ali di colibrì
del nostro amore.
Rintocca con il pendolo il tempo
fatto carezza sempre in attesa.
La memoria va galoppando
in abbracci trascorsi in fretta
ma freschi come ieri.
Gli anni passano sulla pelle
lasciando solchi di esperienza.
L'amore sboccia nel cuore
come la primavera in un fiore.
Camminiamo insieme nella vita
rivivendo negli occhi della figlia.
La foglia appassita cerca la terra
per rinascere a nuova vita.
Rintocca con il pendolo il presente:
sono passati molti anni:
i fantasmi volano con il vento.
Il nostro amore ha messo radici
nel giardino del tempo.