Dall'intreccio di Apollo ed Urania
discende artefice di melodia
del suono grande
guida di Orfeo e Tamiri.
Cetra, dono paterno
volge all'udito
con cambio di note.
Offese al genitore
ira funesta
tragica fine.
Canto di Lino
estate alle porte.
Tormento fisico
impeto travolgente
irrefrenabile,
forte emozione domini
l'anima,
con trasporto superi ragione,
sorpassi con attaccamento
l'intelletto
e porti il mio cuore
oltre il compreso.
Pane e acqua
fantasia e musica
essenza dell'esistenza.
Mi hai fatto vedere il mare,
ho volato sino all'oceano.
Onde mi trasportano con vigore
non vedo terraferma,
ma orizzonte lontano
limpido e chiaro.
Mi hai fatto vedere il mare,
sto volando sull'oceano.
Ho creduto in epoche lontane
che la fortuna mi avesse tradito
preferendo a me, come succede
in questi casi, donna assai
bella e intelligente.
Non vedevo la bellezza
del mio cuore,
l'ingegno della mia
anima.
E ti respiro tra candide emozioni di un mattino autunnale...
Sei ovunque il mio sguardo si posi...
Tu luce d'amore... che rischiari ogni alba... donandomi un battito d'immenso.
A volte succede che
la voce non ha il viso che
mi ero immaginata
e mi sorprendo.
Cara amata radio
sagge voci compagne di viaggio,
intonazioni mature su
giovani visi,
un po' ogni giorno vi ascolto
ed esploro vita
sol con l'udito.
E non sono solo parole
quelle che scandiscono il battito di un'emozione
che scivola leggera nel cuore
E non sono solo parole
quelle sussurrate al vento
perché le porti a te
Mi sfiori l'anima
col soffio leggero dell'amore
rivelandomi la sua vera essenza.
Ascolto la mia mente
e cerco la felicità.
Dolce severa mente
in ogni momento mi dai lezione, certezze.
Cerco nei miei gesti il piacere e la gioia
dei giorni che passano,
sono fiduciosa,
ho stima dell'altro,
ho fede nelle mie capacità,
voglio nutrire la mia mente affinché
mi sia guida fedele.
È reale, esistiamo più a lungo
di un tempo, ma in dimenticanza.
Non c'è consolazione di passato
narrato dall'anziano,
cronache affidate all'addormentarsi
o riti offerti per educazione.
Ora esistiamo più a lungo
e più soli.
La memoria parte e non esponiamo
ad alcuno al pasto serale,
avanti d'assopirsi non vivono passati,
gesti rituali sono ormai stanca usanza.
I ricordi se ne vanno,
a chi darò radici?
Masticare questi giorni fatti solo di amarezza
faticar nel digerire la tua assenza.
Fermo in gola questo nodo che si sta lasciando andare
come questa mia pazienza.