Racconto di un pagliaccio
Diverto i bambini, faccio ridere i grandi.
Nel mio circo il buffo sono io,
mi trucco, i miei colori sono vistosi,
caldi, allegri come il mio vestito.
Sono povero, se potessi vi regalerei
le stelle che ridono ed il sole che li illumina,
con la luna che sorride.
Il mio vestiario è largo, per riempirlo
dei vostri baci e della vostra allegria.
Chi son io se non un pagliaccio,
non ho bisogno di imparare la parte
per farvi ridere.
Datemi solo il pubblico,
e il resto viene da se.
Non lanciatemi rose, le spine potrebbero ferirmi,
lanciatemi secchi di coriandoli colorati!
Lanciateli verso l'alto,
vedrete scendere a pioggia tante stelle,
ed io lì ad accoglierli
con le mani in tasca e il naso all'insù.
Sono solo un povero pagliaccio,
non struccate la mia maschera,
lasciatemela ancora un po',
non tentate di scoprire il mio io.
Io sono voi, la vostra gioia e il vostro dolore,
l'allegria e la tristezza vostre.
Ma... non pensateci, guardatemi
sono un pa... gliac... cio,
forza, cosa aspettate!
Son qui nel mio circo
con una sfera di luce
che mi illumina.
Son un signore,
non porto la tuba né il bastone,
ma un unico fiore
all'occhiello.
Composta venerdì 23 aprile 2010
dal libro "Diario dei sogni" di Antonietta Palermo
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