Povertà
Per un momento
i mie incauti passi
mi han portato sull'orlo.
Un terribile baratro.
Quasi cadevo!
Giù a precipizio
ignara avanzavo.
Una trappola odiosa.
Tu manchi di tutto
e spogli l'incauto
che si affaccia al tuo cuore
del suo limpido amore.
Ora ti vedo,
avido e misero.
Tu rubi qualcosa
che proprio non hai.
Io ricca d'amore,
grande in me,
generosa lo dono.
Sciocca che sono!
Ti vedo ora, vinto.
Prigioniero e ignaro
perfino a te stesso.
Tu rubi la mia libertà.
Freddo glaciale
sottrai il calore.
Nascosto e furtivo,
rifiuti la verità.
Così piccolo e misero.
Oh quant'è vero!
T'aggrappi tenace
all'altrui nobiltà.
Ora ascolta.
Sai che ti dico?
Non c'è nessuno
che vuole la tua povertà.
Composta mercoledì 5 maggio 2010
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