Scritta da: Carlo Peparello

Memento solitudo

Non rammento altri paesaggi dimenticati come questo
mesto deserto asfaltato al di là del ponte sospeso
Radura spoglia e disadorna piantonata dal cartello gasolio
Ficco le mani in tasca e passeggio in un vuoto immaginario
Scandisco con le suole un coro di echi mal diretti
Ho bisogno di fumare, mentre penso e mi disperdo
Non sò quale strana alchimia mi infonda calore
Il cielo è adorno di brulla e grigia veste
l'aria rappresa e immobile come se nulla dovesse più respirare
Fugaci visioni di ferro che passano caleindoscopiche e astratte
Il ponte di ferro che taglia le ombre e gli orizzonti ripetuti
Eppure mi sorprendo ad amare quell'oasi di smarrimento
i suoi confini abbattuti mi cingono come braccia materne
e parlo cordialmente con l'anima che ospito senza pegno
e ancora una volta la solitudine e lo spazio sono i giusti ingredienti
per evirare la reticenza intima e dare il verbo ai miei pensieri.
Composta mercoledì 2 giugno 2010

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    Scritta da: Carlo Peparello
    Dedica:
    All'anima.

    Commenti

    2
    postato da , il
    grazie mille
    1
    postato da , il
    Fantastica, non ho parole! Complimenti!

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