Ti credevo immortale
Ti credevo immortale,
eterno...
E ti sbeffeggiavo
quando mi elencavi
i tuoi amici morti.
E non credevo
ai tuoi acciacchi,
ai tuoi mal di schiena...
Tu, un olmo!
Tu, roccia!
Tu,
dall'appetito prepotente:
mangiavi la vita
a grasse cucchiaiate.
Ti credevo eterno!
E mi tappavo le orecchie
al tuo filosofeggiare
beffardo:
"cosa ti rimarrà di me?"
Ridevo, io,
immagine di te,
da te generata...
Ridevo nella certezza
della tua immortalità...
Perché per dimostrarmi
che non lo eri
dovevi morire?
dal libro "Lo sperone del gallo" di Vera Somerova
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