CLXXXI
Inebetito, steso mi fui cheto
per nove dì che tutto ardea di foco
e membra consumommi poco a poco
e lo pensare al cranio fummi veto.
Lo cinquettar d'uccello del vigneto
fecemi intraveder dond'ero il loco
e a fiato fioco la mia mamma invoco
ché dal cald'affetto ancora non desueto
Giovane suora che a mio canto siede,
flebile e dolce voce sì mi dice:
Mamma ch'invochi tosto qui riede
Ch'affiancata dalla madre Badessa
siede al cospetto di Signora Contessa
ch'è di colei che ami generatrice.
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