La porta socchiusa
Niente che tu già non conosca ti attende.
Niente che non sia stato nei tuoi incubi, a farti respirare l'orrore delle paure più recondite.
Dietro quella porta, nella stanza oscura della tua mente, c'è tutto ciò che ami e che, nel profondo, odi.
Acre odore di parole dimenticate, che scorrono davanti ai tuoi occhi, ormai mute.
Sorrette da una polvere che ti deride.
È la stanza della tua infanzia, la stessa dove hai odiato la tua famiglia, dopo averla più volte amata senza capire chi fosse.
È la stanza dove hai voluto morire, più e più volte, per nascondere le tue verità.
La stessa in cui ha gioito, e le hai volute gridare.
C'era una porta anche lì, in quella stanza lontana, dove desideri e promesse hanno sfidato i ricordi.
I ricordi lottano contro la verità, come il Male lotta contro il Bene.
Il pallore del tuo volto scurisce quando le mani sul collo soffocano il tuo pianto.
Fermale quelle lacrime, fermale. Prima che lavino tutto quel candore.
Non c'è niente da temere, oltre la morte.
Niente che tu non abbia già vissuto.
Ti porto con me, nel mio solitario viaggio.
Nulla sarà diverso da come è stato, nulla sarà come si è trasformato.
Lì con me,
non ci saranno silenzi,
non ci saranno occhi,
non ci saranno sogni da infrangere.
Con me ci sarà luce.
E un fresco cuscino di viole
ad accogliere il mio sonno.
Composta domenica 20 maggio 2012
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