Si ricomincia, ma non abbiamo mai smesso
Ancora non abbiamo tolto i vecchi
che già cominciano a volare i nuovi stracci.
Messo per ora l'ultimo monarca,
con le orecchie d'asino
dietro la lavagna
dalla supplente in calze a rete,
abbiamo già notizie sui nemici nuovi,
nemici poi di chi non lo sappiamo,
fra loro si fan guerra e noi paghiamo.
Adesso tocca alle presenze occulte
a chi da dietro il palco ha reso un comico
un aspirante re del nulla,
per rompere le regole
e rompere i coglioni,
manovrato,
a sentir gli altri,
uomo tenuto su dai fili.
Burattinai,
forse stregoni
forse massoni
certo furboni.
Ed ecco arrivano gli attacchi
volgari oppur sensati
urlati o scritti bene,
o sparati dal piombo dei giornali.
E allora dagli addosso
al sindaco ribelle,
primo protagonista dell'esperimento,
etichettato come "granduca popolare",
un dilettante,
rispetto a chi è addentro al malaffare.
E le dispute di tutti,
su tutti,
il nome ripudiato,
i nuovi parvenu della politica
e l'ironia di chi da troppo tempo
si sente re,
non si guarda in giro
o meglio in basso,
e non capisce di esser lui a rischiare
di finire sotto tiro.
Allora tutti addosso ai nuovi,
agli invasori,
a quelli che vogliono cambiare,
togliere il giocattolo di mano
a chi da sempre lo ritiene suo.
È l'antipasto fisso
del menù del giorno,
lo sputtanamento.
È il piatto nazionale,
il colpire l'altro,
sempre e comunque.
Ma di una cosa ci siamo tutti resi conto,
che il boccone è cosi ghiotto
che val la pena sputtanare
e sputtanarsi
pur di non perdere il diritto
di stare a quel banchetto a festeggiare,
mentre la gente intorno,
non ha più denti
neppure per litigarsi gli ossi.
Composta lunedì 25 giugno 2012
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