Scritta da: Salvatore Masullo

Vecchio lupo di mare

Stanche le tue pupille fissano l’orizzonte
mentre rimbalza sulla scogliera
l’ultimo raggio sghembo
di questo pallido sole d’autunno.

Sprizzi di nembi e d’acqua salsa  
che il vento di tramontana incolla,
come lacrime, sul  viso tuo brunito.
Vecchio, su questa baia deserta,
muore la storia tua,
come foglia che torna alla terra
sul finir d’ottobre.

Trucioli di vita rimagliano il vissuto,
nostalgie affioranti dal fondo,
pensieri come barche di carta
galleggianti sul luccichìo dell’acqua:
storie che la risacca sbatte a riva…

Nella penombra dei ricordi
cerchi un brivido che ravvivi le tue vene,  
un tuffo al cuore che ti rapisca ancora,
un tronco a riva su cui scolpire un nome.

Momenti lontani d’un tempo che fu,
di passioni amorose le notti di maggio,
di labbra infocate che sapean di fiori,
di mani sottili sul tuo corpo segnato
da mille odissee vissute nei mari.

Memorie care guizzanti tra l’onde,
nel cupo gocciolare della sera,
sillabe sparse che non vorresti perse
nell’incedere fatale della vita.

Forse un dì qualcuno ricorderà di te
su una ginestra sopra lo strapiombo,
al guardo di una vela gonfia,
o al frullo di un gabbiano in caldo.

Forse un gesto, un lampo, un niente,
a far che la tua voce sia poesia
nell’etereo tramonto
o tra le rocce eburnee
di questa baia deserta…

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