La morte cieca

Che differenza c'è
fra i cento spediti nei forni,
tutti insieme,
ed i cento morti
uno al giorno,
per cento giorni.
E si tace
non come quando non si sa
ma come quando
non si vuol far sapere.
Ed ancora parla troppo
invece
chi dovrebbe tacere
perché non ha nulla da dire.
Che differenza c'è fra il dover morire
colpiti da un'arma con la matricola abrasa
in una rapina
una rissa,
per una pallottola vagante
o per colpa dello stato,
della sua inefficienza,
della sua crudeltà.
Fa forse differenza
che si muoia
per una sentenza sbagliata,
per un'ingiustizia subita,
o un errore di persona.
A causa di una toga,
una divisa,
oppure per mano di un uomo mascherato,
di un pazzo in libertà
oppure un rapinatore.
E tace la stampa comprata
nessuno più cade da un tetto
nessuno si appende a una corda.
Ognuno pensa al paese
con le parole,
ai cazzi suoi
con i fatti.
Buon proseguimento di mattanza.
Composta martedì 26 febbraio 2013

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