Il mondo ha ucciso un altro poeta
Il mondo ha ucciso un altro poeta.
L'ha chiuso nella sua cucina,
tappando gli spifferi sotto la porta
e sigillando le finestre.
Ha serrato la tapparella celandolo nel buio,
perché nessuno veda.
Perché nessuno possa capire.
L'ha fatto sdraiare schiudendo le valvole,
gli ha aggiustato la cravatta e scelto un abito scuro.
Un tocco di stile tra tutta quella polvere,
glielo doveva.
Ha tinto l'aria troncando l'ultimo respiro,
togliendo il punto all'ultima strofa.
Oggi muore un uomo,
una pagina di un libro,
un piccolo soldato.
Li fuori cade l'ultima foglia,
da quell'albero ormai spento e gracile
consumato dall'autunno.
Tutto è vecchio,
tutto non ha più valore.
Il cielo prende fuoco e ci si chiede perché,
ma nessuno lo sa.
Perché ci sono quelle sirene,
perché la gente strilla
sotto l'albero in fiamme.
Perché la casa crolla
in tutta quella polvere,
finendo in cenere.
Nessuno di loro sa perché.
Nessuno sa che quell'albero,
ridotto a uno scheletro,
ha perso oggi l'ultima foglia.
Nessuno sa cosa è stato per lui l'autunno
e cosa sarebbe stato l'inverno.
Nessuno sa,
perché tutti si fanno le domande sbagliate,
guardando stupidamente il cielo.
Così le foglie continueranno a cadere
e gli alberi a bruciare.
Composta lunedì 8 febbraio 2010
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