Natascia, portici, amanti e vetrine
Sono due giorni
che tuo marito ti cerca,
telefona,
invia messaggi.
Adesso gli hai risposto,
sento che ti implora
che ti perdona tutto,
pur senza sapere cosa hai fatto,
o forse si.
Ripete
-tutto... tutto... tu... però... noi... non puoi... amo... perché... prego... -
Mi sento i suoi schiaffi in faccia.
E tu che ascolti e sbuffi,
poi mi strizzi l'occhio,
complicità che non concedo,
pur stando zitto.
Hai dato di più a me,
hai detto,
in questi giorni,
che a lui in un anno,
come se fosse un vanto,
o un complimento,
senza che io te l'abbia chiesto.
Ma forse più che premiare me
hai voluto punire lui.
E guardi le vetrine,
mentre lo ascolti ancora,
col dito mi indichi gli oggetti,
poi metti la mano avanti,
mi chiedi di aver pazienza.
Col pollice alzato
mi indichi un minuto,
un minuto solo,
ma non è quello il punto,
io penso fra me e me
che essere l'amante,
a volte richiede
assenza di coscienza
e "un pelo" che non ho.
Intanto Bologna ci gira intorno
ed a me gira la testa.
Composta venerdì 1 marzo 2013
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