Prima della prossima vendemmia
L'ultimo sole
sfiora appena questa pietra che mi fa da panca,
è un graffio chiaro di luce.
Sulla mia testa grappoli maturi,
il giallo
il nero ed il viola.
Pendono dal letto di foglie della pergola.
Filari tutto intorno
mi abbracciano a distanza.
Ho i piedi scalzi
e la camicia aperta,
tre o quattro fogli bianchi
da stamani stanno qui
sdraiati sul mio tavolino,
testimoni della mia testa vuota.
Anche la penna sta lì distesa
a riposare,
disoccupata a causa mia
perché oggi non so creare.
Briciole di pane sul vassoio,
pane di campagna.
Mille formiche stanno lì a pulire.
Una bottiglia neppure a metà
mi fa capire che non è giornata
ne per scrivere ne per bere.
Si,
le due cose vanno spesso insieme.
Musica bassa
vecchia quanto me
si degna di tenermi compagnia,
ma so che si annoia,
non sopporta il mio ascolto distratto,
senza rispetto,
oggi lavora per mestiere
non con amore.
Raccolgo un po' di forze
e di voglia di spostarmi,
metto i piedi nelle scarpe ormai sformate
faccio un po' di passi
su e giù per i filari.
Ritorno indietro,
il sole si è già spento,
dove sedevo adesso mi ci sdraio.
Domani arriva
lo aspetto qui,
con i miei fogli
e la mia penna.
Composta mercoledì 4 settembre 2013
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