Questo lento inbrunir mi sovrasta.
Reagir vorrei alle calamità del tempo che
sovvieni con me: è effimero.
Veglia sul mio sonno fino a quando
l'ultimo alitar di vita mi tiene.
Sentir vorrei il mormorio che da te proviene.
Perdona il mio limitar d'orecchio e di favella
perch'io son giovin davanti al tuo di tempo!
Ogni or che avanza mi sembra tanta e
la loquacità altrui mi inganna.
Leggimi il cuore puro per passione.
Malevole se serpe mi insinua e mi lusinga.
Atroce fu il furore che scagliasti per chi offese il tuo onore.
Di acqua lo lavasti e lo annegasti.
Di fuoco promesso hai il tuo ultimo atto
per scindere l'erba insana dalla prelibata.
Vergogna è per me dover ammetter che nulla fu e
nulla ancor sarà domani dopo l'ira funesta che
avvolgerci seppe.
Non c'è scampo per l'uomo ladro privo di morale.
Oh! Dio! leva dal sacro legno il figlio tuo unigenito
caduto per misericordia senza alcuna colpa e
dai cotanta prova a chi la crea per l"uomo giusto ogn'ora.
Composta venerdì 22 novembre 2013
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