A mio zio
Riposa nel freddo d'estate
e ride dei fumi invernali
del mortaio alleato
la scheggia
che crudamente additavi.
Mi sfiorano soavemente,
son alito sempre presente,
come ali,
le gote
che con saggezza t'intalcavi
di mattina.
Le carte sempre uguali
pitturavi di colore diverso,
monotoni giorni autunnali,
ghirlande di tempo perso.
Ti penso e ti sento vicino,
ti sento già mio e vivace,
nel sangue che non è più tuo,
nel fiore che sfioro veloce,
rimani,
rimane la voce.
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