Speranze
Se avessi conservato
il tepore delle carezze,
ora non sentirei
la lacerante pena
nel congedo della sera.
Non scriverei parole
avvolgendole
in abbracci mancati.
Non ascolterei l'eco di un dolore
che odora di sogni agitati.
Che partorisce
risvegli smarriti,
nel sordo ripercuotersi
di un canto lontano.
Non trascinerei al mio fianco
l'ombra di allora,
fantasma di antica gioia.
Placherei le tempeste
chiuse nei palmi,
protette dalle unghie
conficcate nei pugni chiusi.
Aprirei lentamente le mani,
e lascerei scaturire carezze
intrise di nuove speranze.
Composta domenica 19 gennaio 2014
dal libro "Diario dei sogni" di Antonietta Palermo
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