Come Venere all'occhio pare
Diradatesi le plumbee nubi
e le tristi piogge,
sovvien l'azzurro cielo
a cangiar queste terre,
con i gomiti poggi a sorregger
la testa, il guardo spazia sereno
fin all'ultimo orizzonte,
ove il mar col ciel si fonde
ed uccel mi fingo,
sorvolando questa landa tinta
da mille cromi e scindo
mente da corpo e china
la testa all'immaginazione,
la carezza del vento cessa
quest'idillio, questa contemplazione,
come Venere all'occhio pare,
questo quadro senza tela,
in amor di essa cade
il mio cor che in sue memor si cela.
Composta martedì 1 marzo 2016
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