Scritta da: Suffro

Come Venere all'occhio pare

Diradatesi le plumbee nubi
e le tristi piogge,
sovvien l'azzurro cielo
a cangiar queste terre,
con i gomiti poggi a sorregger
la testa, il guardo spazia sereno
fin all'ultimo orizzonte,
ove il mar col ciel si fonde
ed uccel mi fingo,
sorvolando questa landa tinta
da mille cromi e scindo
mente da corpo e china
la testa all'immaginazione,
la carezza del vento cessa
quest'idillio, questa contemplazione,
come Venere all'occhio pare,
questo quadro senza tela,
in amor di essa cade
il mio cor che in sue memor si cela.
Composta martedì 1 marzo 2016

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    Info

    Scritta da: Suffro
    Riferimento:
    In una bella giornata di marzo dopo un periodo nuvoloso, standomene affacciato al balcone e mirando l'orizzonte, sono stato ispirato per questa poesia.
    In un primo momento la mia mente la paragono ad un volatile che sorvola ciò che sto guardando e spazia nell'immaginare anche dove lo sguardo non arriva per poi esser riportato alla realtà da un soffio di vento freddo. Un po come il Leopardi nell'infinito, da cui mi sono un po' ispirato.
    Dedica:
    Dedicata alla Maremma, mia terra natia.

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