Un mare di guai
Chi la storia * (esodo)
non sa gestire
sarà la realtà
a farlo rabbrividire.
Ma i politici e i potenti
tanto non san capire
o se ne fregano da morire.
Per inciso:
i disastri che alle colonie *
(d'Africa) han apportato
Paesi che oggi han
la puzza sotto il naso*
(vs migranti) insieme
al cielo inquinato e riscaldato
da un sistema collaudato*
(industrie...) han reso, lì,
un ambiente deturpato
e più affamato che pur
con l'ignoranza le guerre
ha fomentato. E, ora,
all'Italia un esodo biblico
si pretende sia accollato!
E profittando di esser
meglio posizionato, c'è chi
si barrica per non essere
importunato. Così,
alla luce della razio,
viene assicurato, e si vuole
legalizzato, un sopruso,
dicasi pur reato dall'etica
codificato, che viaggia
sulla pelle del diseredato
e di un Paese* (Italia)
che, dunque, si trova incasinato:
perché per il migrante
è il meno distante e si può
raggiungere pur con un
fatiscente natante. È vero,
a certi Signori* (Stati Europei)
mancano i coglioni* (coraggio)
così agiscono male e poiché
in zucca non han sale
disattendono a un'opera*
(sviluppo equo) diventata
cruciale, per inseguir ancora
l'interesse proprio particolare.
Eppur urge abbandonare
un'ottica primordiale
e con saggezza all'inverosimile
reclamare un nuovo assetto
globale che possa le persone
considerare. E se la mia
voce è sbagliata, scusate,
mi son appena svegliata.
Composta giovedì 6 ottobre 2016
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