Non ho memoria dei giorni
che passai
teneramente all'ascolto
di certe strane lodi di malinconia
che la terra dedicava al sole morente.
Allora ero una vergine spina
che rammendava le sue ferite
con il sale dell'acerbo frutto
che mi cresceva tutto nel ventre.
Oggi non so ancora dar nome
a ciò che nacque da quei lamentosi parti.
Ma quegli intangibili approdi,
vigorose soste del mio animo straripante,
risolvono i miei quesiti
nella terribile coscienza
di non essere nient'altro che poeta.
Composta lunedì 5 dicembre 2016
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