Scritta da: Beatrice Parrinello
Ho camminato senza sosta
fino a che le ginocchia piansero
sul faro fioco della malattia che mi
trascinava ad ogni passo verso il tuo audace movimento.
Ad ogni sorsata di morte, il liquoroso
destino che mi davi
era plagio divino
che non sapevo smascherare.
Solo un addio mi rese nota
la più grande delle solitudini:
il tuo eco violento
come la fame dei miei lombi,
e la più grande delle libertà
pronte a colmarmi la vita.
Ora sono solo una triste notizia
di tensioni lontane
quanto il nido dei venti
che soffiano a primavera:
purissima, intoccabile, sconosciuta
a chi, per addolcirmi l'anima,
si fa creatore di zuccherate rose
che sanno solo di tentativi fugaci
di chi non ha mai conosciuto la morte.
Composta mercoledì 7 dicembre 2016

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