Abbiamo infagottato con leggerezza molti ricordi
in pagine di favole e romanzi senza una storia.
Ora cerchiamo una risposta più intima e umana
in giorni vissuti in fretta e pochissima memoria.
La terra ci regala nel mattino l'umile rugiada,
la brezza, il vento e a sera tramonti colorati.
Il cielo ci dona la pioggia e anche i nostri sogni
ma noi continuiamo a infagottare i nostri ricordi.
La storia si è nascosta all'ombra di cascate di silenzio
sui monti dove l'uomo apprese una volta a pregare.
Oggi agonizza in pupille smorte di bimbi abbandonati,
di donne uccise dal marito o di nonni soli e dimenticati.
Abbiamo ucciso lentamente il Dio che portiamo dentro
mentre di notte ascoltiamo il vagito dell'uomo di terra
ridotto a un fagotto appeso pieno di piccoli frammenti
senza nessuna nostalgia dell'uomo proiettato all'eterno.
Ritorniamo quando siamo soli alle nostre favole antiche,
ascoltiamo col cuore le voci del nostro comune universo,
seguiamo i sogni che costruiscono il nostro cammino,
viviamo l'umana storia che ci portiamo sempre appresso.
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