Cuore, grammofono che stridi
Cuore, grammofono che stridi
Cuore, grammofono che stridi,
pezzaccio di latta arrugginito
preso a calci dalla vita
ora che nessuno t'ascolta
nullificati rimarranno i tuoi motivi!
Rintànati nel vivaio arso dei ricordi
e fatti pure muto se nulla barbaglia
per l'orizzonte a cui riguardi!
Si stella la notte in fuga
eppure tra le tue spalancate imposte
non trapelano che deformi sagome scure
soli andremo sotto la luna!
Stasera per noi scordato è ogni strumento,
cupo e distorto è ogni ancestrale suono
e solo un murmurare assiduo di duoli
dai lidi deserti dell'animo provato si ode!
Adelante pestifere pene dilaganti,
son qui ad aspettarvi, infierite di più
scaraventatemi nella disperazione!
In quest'ora torbida e pregna di amaro
crudele si svela l'ascoso senso del vuoto,
ci adunghiano artigli di mostri invisibili
spuntati dai dirupi scabri dell'eterno!
Se presente e passato si annullano
in un momento se l'avvenire è d'argilla
e non turbinano illusioni, arresi consegniamoci
pure all'atro fondo! Scompariamo
da questo mondo che non ci vuole
e da vivi, se rabbuiati, illuminarci
pure disdegna con chiarie di speranze.
Tutto è così e così è
l'amore passa e nulla più resta
insaccati nel nulla vorremo solo riposare
nel mare delle ammortate presenze.
Sorte inclemente fatti clemente
traghettami senza indugi sull'altra sponda!
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