Un giorno è entrato a far parte di me un rumore silenzioso,
silenzioso per tutti, eccetto me.
Poi cosi come spesso accade, riuscii a decifrarlo.
Lui era solo un giudice, un giudice di tutto, criticava tutto ed esaltava il bello.
Cosi elaborava, pensava e rideva,
si divertiva e dispregiava,
mi consigliava e mi compiaceva
mi uccideva e mi faceva rinascere nel tempo stesso,
ed e restato li immobile senza farsi ferire mai da niente,
come dovremmo essere noi, "uomini" sani e forti coraggiosi e distaccati,
ma lui, lui lui è di più
è come un ente superiore, come un Dio, è una parte estranea di me, fermo, mentre tutto gira e soffre,
e solo oggi so che è un "libero pensatore".
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