Vera insolenza
A questo mondo c'è chi
ha le idee confuse e dà
per buone le cose astruse*
(che non stanno né in cielo
né in terra come uno stabile
dimorare, qui, di tutti gli
immigrati, com'è già nei fatti).
Insomma, la logica deve far
vedere* (in Europa) oltre la
propria sponda* (confine) per
favorir decenza* (sviluppo
accettabile) ove colà c'è solo
baraonda* (povertà e
sfruttamento). Va bene. Dal
ciel, la luce* (sapienza), questo
invito produce in una mente
illuminata* (politici, alti prelati,
aggregazioni...) che, aihmè!,
dal prestigio, interesse e
compiacenza - come danno una
utile accoglienza - da queste
parti* (Italia), viene infine
soggiogata. Così, per il suo fare,
in una utopica dimensione
questa par solidamente stare,
tanto che ai rimpatri
infinitamente sorda vuol restare.
Eppur quelle persone* (immigrati
economici) han menti fiorenti e
valide braccia, non sono insomma
una merdaccia, e son "sottratti" a
un paese che, per forza, di
sviluppo, poi, non ha pretese. Così
a ciò* (loro rimpatrio) devon portar
le sensate e giuste intese. Ma
siccome noi italiani siam gente
grulla, piuttosto si mantengon qui
a non far nulla. Che poi
l'integrazione col lavoro fa
comunione, se proprio si vuol fare
un cantico al Signore. Sicché dove
manca il lavoro si deve fare a
modo a modo* (essere saggi) che
a formar dei disperati ci vuol poco.
E, perdirindina, siccome non son
proprio cretina, anche oggi non mi
va di assecondar la china*
(gli opportunismi di stolte sirene
che alimentano anche la tratta
umana).
Composta martedì 23 gennaio 2018
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