Erano motori a manioca gli operai
sotto il sole dell'Africa schiava.
Tagliavano canna con macete di ferro,
corpi vestiti di nero e di stenti.
Li ricordo venuti dall'inferno:
mani callose per guadagnare il pane
senza moglie e senza figli
con un pezzo di pane di banana.
Erano i contrattati di Guruwe, Ile,
Maganja, Derre e Morrumbala:
terre con miti, storie e leggende
lasciate dietro vicino al focolare.
Erano motori a manioca gli operai
nella fabbrica di zucchero di Luabo.
Lo Zambesi lavava le loro ferite
camminando lento verso il mare.
Quanti motori sono stati spenti
in questo cimitero senza croci.
Oggi restano le gride insepolte
all'ombra d'un mango senza volto.
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