Voce sul fronte
Sono un soldato e mi vergogno di me stesso,
scruto l'orizzonte e noto che l'oceano non
è altro che una distesa di fuoco ed il cielo
che mi sovrasta è ancora una volta
celato nel buio.
Mi guardo attorno e nella spiaggia sul quale
sono, altro non vedo che barche, che giungendo
sul litorale con i loro soldati reggono tra le
braccia, come se fossero bambini, le loro armi;
che solo vederle annientano l'esistenza di
chiunque provi alterigia.
Nascosto non oso impugnare nessun arma,
ma la patria mi impone di agire e portare la pace;
pace che non credo possa esserci ne prima e ne dopo;
ormai qui sul fronte la mia salvezza
e quella di tanta altra gente la vedo lontana è pressoché
improbabile, come la luna fra la terra o un oasi nel
bel mezzo di un deserto.
Verso lacrime per ciò di cattivo e crudele
sta accadendo su questo mondo, scruto ancora
il cielo, invano cerco un fascio di luce, ma
perfino il sole prova vergogna nel notare
tutta quella sofferenza, a tal punto
che anche il suo sorriso abbiamo cancellato.
Ciò che mi rimane è continuare a piangere,
e sperare che almeno un angelo scenda dal cielo
e possa non compiere un miracolo ma almeno
esaudire un mio piccolo desiderio.
Da padre di famiglia non desidero nient'altro che:
poter dare un bacio alla donna che tanto amo
e regalare una carezza ai miei figli,
ancora una volta per l'ultima volta...
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