Dietro vetri appannati
dal fiato di una notte gelida
intravedo un cielo celestino
spiando il sole nascente
in attesa del miracolo
della luce
che lenta si accende.
Tutto tace in quest'ora
di silenzio mattutino
di pace
i passeri non volano nel cielo
ogni tanto una finestra s'accende
salutando il giorno.
Il bus cittadino inizia la sua corsa
con poca gente
svegliando il giorno
che ancora dorme
per il duro freddo.
Ho scritto una lettera sul vetro
non ricordo se era la a o la z,
la prima o l'ultima di sempre.
Ogni mattino ci richiama alla vera vita
se ancora siamo vivi,
perché se morti altri scriveranno
l'ultima lettera
sulla nostra tomba.
Composta mercoledì 28 febbraio 2018
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