Nulla vi è più
Nulla vi è più
d'un pallido ristagnare,
di ermeneutiche selvagge e incompiute,
di gestualità scomposte malferme ancelle.
Lacera questo vano, magniloquente issarsi
sulla vetta sempiternamente sfuocata
della carezza della verità.
L'intimo gorgoglio di un silenzio primitivo,
palestra è orfana di carceranti dimensioni
di una scienza scapestrata e complice.
Orrido è lo scenario di fogli da torturare
Con falangi di immeditata poesia,
da pensieri mercenari allattata.
Vola traditrice l'epistemologia disiata
Solo il nulla irriverente s'offre
A spiegare il nulla
Ed escatologie fslsamente indomite sbeffeggia.
No,
più non ruggisce la purezza dell'esistere
ad arcani ruscelli di incompiutezza avvinta.
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