Scritta da: Iris Vignola

A mio padre

Mai, per te, scrissi prima parole,
o alcuna frase, nel corso della vita,
giacché i ricordi restan vaghi,
avendomi lasciata ancor bambina...
Flash, dentro la mia mente,
riportano a quell'età solare,
dove i pensieri volavano leggeri
sull'ali bianche della spensieratezza
di quell'infanzia che m'appariva lieta,
in specie nei giorni della festa,
quando s'andava in campagna a passeggiare
con il lindo vestito domenicale,
tenuto in serbo durante la settimana.
Io, a cavallina sulle tue spalle sicure,
guardavo il mondo, trovandomi su, in alto,
a toccar il cielo con la mia piccola mano.
Anche il mio nome rammenta il tuo ricordo,
di quella notte che udì il mio primo pianto,
quando cantasti l'Iris di Mascagni,
con la possente voce or così distante,
che vorrei poter sentir anche per un istante.
Padre mio amato, perduto troppo presto,
idealizzato nel cuore e nel pensiero,
son qui a scriver, per te, d'amor, parole,
dolci come le caramelle che non mancavi di portare
a questa piccola tua figlia,
prima di dover andare in una vita celestiale,
che ti richiamava a sé,
a cui non ti potesti rifiutare.

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