Le stagioni disubbidienti
Dal maestoso castello sulle nubi, lesta, s'avvia alla Terra
ed estranea al proprio potere,
al suo leggiadro arrivo, la rende ancor più bella.
Al suo passar, Madre Natura dal sonno si risveglia,
inverdendo prati brulli e disseminando delicati boccioli,
che testè s'apron, effondendo olezzi
e andando ad acquietar e tinteggiar di blu il cielo e i mari sparsi.
E di ritorno, con, tra i capelli, un fiore,
raccontar deve, Primavera bella, all'amata sorella,
che, in segreto al padre suo,
l'esile piede posa sullo sconosciuto pianeta,
che muta dov'ella si riposa.
Succosi frutti, raggi brucianti dell'astro, in ciel, radioso,
di campi distese, di spighe dorate,
delle quali una afferrare e, tra folta chioma, inserire
innanzi risalire e tutto raccontare, gioiosa Estate,
al di lei fratello Autunno, che, mesto e incredulo,
discende rendendo tutto triste e cupo,
ingiallendo foglie e fomentando il vento,
ma, altresì, assaggiando castagne e mosto,
avanti tornare al proprio posto.
"Fratelli menzogneri"... Proclama diafano l'Inverno.
"Ognun di voi narra storia a sé, per cui, questa volta, deve toccar a me."
Silenzio, intorno, al suo calare al suolo.
Bigio il cielo e il sole scompare.
Candido e gelido manto copre la Terra,
mentre egli, sull'ali del vento, l'esplora senza esitare,
ambendo verde prato fiorito, di grano distesa,
grappolo d'uva matura e, ancor, dolce mosto saporito.
Turbato, al castello occor far ritorno acciocché i fratelli smentire
e sul pianeta, assieme, tornare per la verità appurare.
Apocalittica impresa che il mondo sconvolge,
in un solo momento d'incauto ignorare.
"Ogni tre mesi, figli sciagurati,
ad alternarvi siete comandati,
finanche io, Re Tempo, padre vostro, lo imporrò
poiché la Natura, vostra madre, proteggere dovrò!"
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