Il mattino si sveglia
con il tubare delle tortorelle
cantando il loro inno
al nuovo giorno
che si accende.
La luce cala lenta e soave
anche nei miei occhi
e nelle mani aperte
in attesa che cada una goccia
dell'aurora che se ne va.
Tutto ancora tace
in questo borgo fuori città.
Solo il bus urbano
viene e va quasi vuoto
per paura del virus che non muore.
Lentamente le ombre si riducono.
Il sole prende il sopravvento.
Qualcuno già esce con il cane
che annusa tronchi
bagnati dalla rugiada della notte
e dalla paura della morte.
Composta sabato 30 novembre 2019
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