Scritta da: Carlo Schiavini

La pioggia che scava le rocce

La pioggia che scava le rocce,
il vento continua a soffiare
il sole che muore lontano
lasciando la luce sul mare.
Ti sento vicina anche ora
è come se tu fossi qui
eppure qualcosa mi manca
è strano eppure è cosi.
Mi mancan le guance tue rosse
che bello poterle sfiorare
mi manca la tua bocca rosa
che io non potrò più baciare.
La pioggia che scava le rocce...
Ricordi nei giorni piovosi
nascosti in due sotto il portone
tenerci la mano pian piano
all'ombra di un fiacco lampione.
Guardarci negli occhi in silenzio
sfiorarti col dito la pelle
poi sempre in silenzio vedere
nel cielo apparire le stelle.
Il vento continua a soffiare...
E l'aria che passa veloce
tra i lunghi tuoi biondi capelli
li muove di qua e di là
rendendoli ancora più belli.
E quando io li sfioravo
passandoli tra le mie dita
questo già mi bastava
prendevo respiri di vita.
Il sole che muore lontano...
Sappiamo che è ora di andare
la luce del sole si è spenta
le ombre si allungano ormai
che dolce poterti amare..
Amarti è un sottile dolore
amarti è un dolce piacere
se c'è ti riempie di gioia
se manca ti spezza il cuore.
Lasciando la luce sul mare...
Da quando tu non ci sei tu
mi basta sedermi un momento
guardare le nuvole in cielo
nel cuore sentire un lamento.
Il raggio del sole ora è qui
pensandoti torno bambino
guardando quel raggio di luce
mi sembra di averti vicino.

(scritta nel 1984, dedicata a Moira.. il mio primo Amore)

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