Le mie poesie
Povere umili creature,
belle come agli occhi del padre le figlie,
ma in realtà non so come sono.
Ma so cosa sono.
Amiche fidate, confidenti pazienti
sempre disposte ad ascoltarmi,
senza contraddire i miei deliri,
senza ridere dei miei sogni grotteschi.
Fioche candeline
che nella notte della solitudine
illuminano il cuore, steso lì, sulla pagina.
Voci tolte alla mente per far parlare l'anima
affacciata su spiragli di irrealtà, di sogni,
su marcite di rimpianti, scorci di speranze.
Faville del rogo di sensazioni,
che cova nei recessi cupi dell'essere,
sprizzate alla luce e spentesi sulla carta,
per catturare e lenire emozioni.
Storie di un attimo, di un giorno... una vita,
nate non per raccontare un libro
ma per riempire un cuore spogliato.
Ali di silenzi gravanti, parole erranti,
rifugio sereno di pensieri smarriti,
manine giunte per le mie preghiere.
Complici innocenti dei miei stessi peccati.
Composta lunedì 21 settembre 2009
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