Il vecchio
Aspettare chi è sicuro che torna non è attesa, è amore.
Chi è sicuro che torna non va mai via.
Sotto la quercia in cima al sentiero
sul masso che sorregge la croce,
c'è un vecchio seduto,
con ai piedi un cane accucciato.
Avvolto nell'enorme pastrano,
con la folta chioma canuta
che sfugge al cappellaccio sformato,
le mani nodose sul bastone usurato
sorreggono il mento e la lunga candida barba.
Gli occhi umidi ma ancora cerulei,
incalzati da sopraciglia e da rughe,
perduti sulla vallata ormai brulla.
Silente, immoto, sembra di gesso
- Salute a te buon vecchio, che fai?
Senza distogliere lo sguardo sospira:
- Aspetto!
- Cosa aspetti qui, alla pioggia, al vento, al gelo?
- Aspetto la Primavera.
Lo so che è ancora lontana
ma mi basta sapere che un giorno verrà.
Aspetto, passerà il letargo del mondo,
anche se ammucchia un altr'anno ai già tanti,
sotto quest'albero,
su questa pietra, sotto questa croce.
E'la mia speranza, la mia preghiera.
Il viso rugoso rimase di gesso
ma negli occhi umidi brillò una luce:
- e finora è sempre venuta.
Composta lunedì 21 settembre 2009
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