Nerozero
Io mi guardo, e vedo Nero
come quella notte in cui la luna
a malapena si vedeva
lei a brillare ci provava
ma non ci riusciva
e poi a nessuno, sai, glie ne importava
Nero
come se pensassi a quel colore
che un silenzio può spiegare
quell'assurda sensazione
fare finta di star
bene, e poi morire dentro, dentro al
Nero...
Nero, macchia impertinente
nero, cieca ambiguità
Nero, questo nero
quanto male fa
Nero, sempre più frequente
nero, quotidianità
nero, come il nero
che mi assorbirà.
Mi riguardo, e vedo Zero
come quello che mi attribuisco
quando sbaglio, e non capisco
perché se tra diecimila
io non sono neanche
l'ultima, in gara non ho posto
Zero
come zero son le volte in cui
ho tentato di rialzarmi
me ne stavo inerme a terra
tanto lo sapevo
che sarebbe stato tempo perso
Zero...
Zero, numero fasullo
zero, a cosa servirà
zero questo zero
quanto male fa
Zero, sempre più frequente
zero, quotidianità
zero, ed è uno zero
che mi annullerà.
Però penso che sia vero
so che in fin dei conti basta poco
ceto, non è affatto un gioco
ma chissà quante persone
come me si senton
fragili, frammenti di cristallo
è vero
che la gente spesso è un po' insicura
vede il mare, ne ha paura
ma si butta nonostante
le correnti sono
forti, nuotano controcorrente
Spero
di riuscire ad essere migliore
da chi lotta, imparare
che alla fine il gioco vale
la candela, e dunque
tiro avanti, non c'è Nero e non c'è
Zero, dentro me.
Composta mercoledì 7 ottobre 2009
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