Scritta da: Fabio Turchini

L'Angelo

Sono. Sono presenza che s'avverte,
che scorre labili tracce di un pensiero
scandito in sillabe d'ala incerte,
e segue, sospeso, il lungo sentiero
che al respiro dello smeraldo sale
su frasi di zolla intinte nel cielo,
là dove tra l'Eterno e l'Uomo vale
la stessa trama che intreccia il velo.

Porgendo alla Madre l'intonso stame,
tesso l'attesa con petali di vita,
nell'ordito fatto di latte e brame,
e nell'arcano dell'indole avita.
Spinge la terra il Virgulto radioso
che stille di pianto tergon con cura,
al dolce fondo del pane odoroso
mettendo grazia, stupore e premura.

Guido la luce alla favola bella
tornita d'oro in corone regali
è mescolata a unguento di stella
nel comporre greggi di lodi con ali.
Stempero di bianco il tenue turchino,
sì che di giglio si colori la notte
e al primo giorno dell'Uomo m'inchino
affinché disegni più salde le rotte.

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    Scritta da: Fabio Turchini
    Ha partecipato al concorso
    Come un granello di Sabbia

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