Altrove
In mancanza di un figlio forse è meglio l'esilio.
Da lontano una voce, io che fisso la croce.
Il mattino la sveglia per un cuore che veglia
è una spina negli occhi, è l'inferno che tocchi.
Una cella sta stretta ad un cuore che aspetta.
Una cella è il padrone per un cuore in prigione.
Nella voce del coro io che canto da solo.
Nella voce del vento io che rubo scontento.
La mia anima è in panne dopo tante condanne.
La mia anima grida mentre accetto la sfida
del mio corpo recluso, del cervello che uso
per riuscire a scontare questi anni da fare.
Dopo tanto fuggire ora sto qui a subire le mie pene col mondo,
il disagio profondo del mio essere in gabbia,
mentre esplode la rabbia
del mio essere errore
mentre il mondo va altrove.
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