Testamento d'un poeta senza considerazione
Lascio a questo mondo la vuotezza che avete dentro,
che non sono stato in grado di riempire
perché non vi riguarda,
e la vana gloria della quale vi fregiate,
che possa continuare a brillare di luce tetra dentro di voi.
Lascio a voi aridi alberi, spogliati del cuore,
l'abilità di vestirvi dell'ostentata, superficiale ricchezza,
e di nuotare nell'egotismo che v'offusca la mente
dai reali concetti di nitido splendore.
Lascio a voi, penosi reietti mascherati da perbenisti
le ambiguità e le ipocrisie con cui vi fate scudo,
e le impurità della vostra anima, ruote di un carro di buoi,
che vi portano ad additare l'immagine che riflettete allo specchio.
Lascio questo mondo alla corruzione, alla guerra,
ai veleni che portate sulla vostra terra.
Lascio a voi, conigli nascosti nel vostro squallido buco,
l'incapacità di levarvi in piedi e gridare per una giustizia soppressa,
che possiate beneficiare muti delle angherie cui sarete costretti.
Lascio questa vita, stretta e dannata,
a cui ho tentato di dare un senso, senza riuscire nell'impresa.
Lascio questo testamento a chi
ha ancora voglia di combattere per ciò che sente nel cuore,
a chi ha ancora rabbia che vorrebbe mutare in pace,
con l'augurio di una fortuna maggiore della mia.
Composta mercoledì 23 dicembre 2009
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