Ti racconto me stesso
Scalcinati ricordi,
guarniti di effimere attese
segnano le ore della mente illusa,
allorché gli occhi vagabondano
tra Orione e Aldebaran
e lo scudo lunare
lancia il suo sorriso fendente,
quasi a ricordarmi
della spietata clessidra
stillante il sangue
del tempo che mi resta,
col passato rappreso come cera
di una consunta candela
sul fondo del cuore,
ancora capace di cardiopalmi,
e di questi occhi,
forti nel lacrimare
per una fiorente aurora...
del mio corpo,
tutt'ora esperto assaggiatore
di brezze leggere di levante.
Composta lunedì 4 gennaio 2010
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