Parlare di te
Vedo ancora quel giorno,
nitido e chiaro,
quando ti vidi:
ma quale poesia!
Solo un giovane serio,
chiuso e scontroso:
un istrice irsuto,
muto e irritato.
Un principe offeso,
sdegnato signore,
mischiato per sbaglio
ai comuni mortali.
Imbronciata, stupita
ti guardavo, seccata:
"Da dove è caduto?
L'han mandato o è venuto?"
Infastidita, annoiata
cercavo un pretesto,
un appiglio, una scusa
per far la smorfiosa.
Quanto tempo è passato!
Chi disprezza ha comprato!
Chi l'avrebbe mai detto?
Un istrice e un furetto.
Da allora fin qui,
accigliata e ammaliata,
io ti spio ogni dì.
E non certo annoiata!
Il segreto è intatto:
ti conosco, straniero.
Familiare ed arcano,
Che profondo mistero!
E ancora, impaziente,
cerco un po' di attenzione
Di riserbo e rarità
sei un vero campione!
Composta lunedì 26 dicembre 2005
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