Ridatemi me
Così' lontano mi appare quel passato,
a molti sconosciuto, oramai così lontano,
per altri aleatorio, nella mente appena accennato.
Per me che l "ho vissuto, un mio che mi hanno tolto
e mai più" ridato.
Quanto rimpianto mi provoca la strada,
che non esiste più',
come fosse stata cancellata,
sommersa da un mare di lamiere con le ruote,
prima offesa e poi assassinata.
Quanto mi far star male
non poter chiamar più Mario da sotto il suo portone
gridando ad alta voce:
"Ahò, viè giù e mettete er costume,
er mare è grosso, c'è sò le cavallone,
s'annamo a fà du tuffi giù' ar fognone".
Mario non c'è nemmeno più', se ne è andato,
e non c'è più nemmeno "er fognone",
è sparito, adesso è tutto cementato.
Che rabbia mi procura questa odierna vita,
ci si conosce e ci si parla per procura,
con un "click", come se fosse natura.
Quanto disprezzo vorrei gridare dal profondo
a questo grigio e insulso mondo.
Ridatemi il mio sorriso,
ridatemi la felicità della nostra dignitosa povertà.
Ridatemi un po' di strada
e l'emozione di dare due calci ad un pallone,
ridatemi la paura di tornare a casa con le scarpe rotte,
di sentir strillare la mia mamma
e quella di prendere un po' di botte.
Ridatemi il gusto di rompermi un ginocchio
o di prendere una gomitata dentro un occhio.
Ridatemi la fetta di pane e mortadella
e tenetevi pure questa cazza di nutella.
Ridatemi i prati incolti
con gli alberi e le chiome fiere
e abbattete le assassine ciminiere.
Ridatemi Topolino, Nembo Kid e Paperino
e non mettete nella culla di un bambino
come primo dono un fottuto telefonino.
Ridatemi il mio popolo, la nazione felice
che ora vive nella frustrazione
divorata dalla globalizzazione.
Ridatemi il frutto delle nostre mani stanche
liberato dall'usura delle banche.
Liberatemi da tutta questa malsana tecnologia,
da questa odiosa frenesia.
Ridate ai ragazzini la gioia di una età' normale
che era quella di scoprire il sesso
sparandosi una sega dentro il cesso
su un pelo di fica appena intravisto e pure male
sopra un foglio di giornale.
Ridatemi me, e datene un po' a chi è venuto dopo,
che non sa come viveva Mario.
Aiutali e non condannateli all'illusione,
al grigio, a un folle ordinario.
Riposa bene amico mio
e non me fa er coione,
quando arrivo vedi da famme trovà er fognone.
Composta sabato 5 luglio 2014
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