Scritta da: Anna De Santis

La quercia

La quercia, ormai autunno,
s'era scrollata tutte le su foje.
Dell'arbero de storia secolare
rimasero li rami tutti gnudi.
L'ucelli che quassù avean dimora,
passarno da una ann'antra pianta,
pe cercà riparo.
E l'arbero li supplicò,
mo m'avete lasciato!
M'avete dimenticato!
V'ho dato arbergo pe tutta la stagione,
me sento abbandonato.
L'ucello c'era a capo dello stormo, je disse:
ma vuoi che nun ritorno?
Mo che viè la bella stagione
E dovemo da fa li regazzini vedrai che confusione.
La quercia attese che er sole bontà sua
cominciò a scardar tutta la tera
la linfa nuova cominciò a salì
e tutto l'arbero de foje se coprì.
La quercia tutta se pavoneggiava,
nella sua folta chioma c'era er suo amico ucello che se la cantava.

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    Scritta da: Anna De Santis

    Commenti

    2
    postato da , il
    grzie luigi, sei gentilissimo
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    postato da , il
    elle est super

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