Piazza Venezia
Vedenno er monumento, ch'è imponente
er Campidojo che legava er core,
pare che se risveji ne la mente,
un sogno bello, un parpito d'amore
Qui s'affacciava er "duce" qui la gente
veniva a dà l'incenso ar dittatore,
qui sta seporto un poro Combattente
Ignoto a tutti meno che ar Signore.
St'Ignoto, p'evità una nova guera,
chiede giustizia all'Egoismo ingrato
e prega Dio che illumini la tera.
E Palazzo Venezzia a mano dritta
se guarda intorno muto e sconsolato
come un gigante doppo la sconfitta.
dal libro "Piazze de Roma" di Natale Polci
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