Scritta da: kuttyale
Prendi i pochi prezzi rimasti
dove il corpo subisce lo scatto rabbioso del sangue
con le vertebre dure
schiacciate
ma comunque lì, a sopportarne il peso
è un corpo che si rende conto
di chi siamo noi
indietreggia
ritira
s'accorge del disordine
e che si può morire
scorticati
scavati dal sole
come pochi pezzi di pane
è nella mancanza il nostro andare incerto
è alla fermata degl'autobus
ch'è un raduno di gente senza criterio
nello scompiglio
precipitata via
in un viaggio che non si sa per dove
mascherato da un ridere sotto, nel basso delle facce
e dalla cortesia
di chi il ritardo lo sconta addosso
con una dignità che difende, ch'espone
che preme e se ne sta lì
come noi
attaccati a quel che si può.
Composta mercoledì 30 aprile 2008
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    Scritta da: kuttyale
    Dovremmo sedere attorno alle cose
    alla loro vera posizione
    come dei messaggeri su un vecchio sentiero
    che riposano
    come gente che conosce ciò ch'è scritto
    senza la finzione che muove la voce
    dovremmo ristabilire la gravità che porta al centro
    non questo fracasso di strade
    che barcolla, con ancora il mattino incastrato fra i denti
    e si raccoglie agli angoli, attende l'agguato
    mentre il rumore di passi esita
    intuisce l'errore
    e la difesa ci costringe ad arretrare
    che stiamo qui, adesso
    che c'è poco spazio
    e i corpi stanchi sfregano
    consumano
    dimenticano.
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