Vuoto
Alla fine del giorno
nel buio quel fondo
sospesi dal mondo
ricadono gocce
sul vuoto profondo.
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Alla fine del giorno
nel buio quel fondo
sospesi dal mondo
ricadono gocce
sul vuoto profondo.
Eran d'oro i suoi capelli
la camicia immacolata
sulla gonna ormai stracciata.
Posa il resto della spesa
si sistema quel grembiale
e inizia a cucinare.
Un sorriso al piccino
mentre stira il camicino
è già pronta la minestra.
Si nasconde il caldo sole
chiude allora la finestra
ora cuce per il diletto
fino al giungere del sonno.
Di rosso vermiglio
segnati i due piedi
d'un rosso ramato
bagnati i capelli
di rosso scarlatto
toccato fu il cuor.
Da luppolo e mirto
coperte le dita
nel campo infinito
lo spicchio di vita.
Perduti nel blu
galleggi all'insù
chi si scioglie di più
fermi o più giù
niente di più.
Quando la luna è tutta piena
col chiarore c'incatena
lascia ombre sulla schiena
per nascondere quel pendio.
Si riaccende la tenzone
mentre sfiora il dolce incavo
alte fiamme di passione
fino a giungere nell'infero.
Lasciati guardare
e dopo ricordare
ora come dopo.
S'è nascosto il principino
dietro l'albero del giardino
sopraggiunge la regina
quando cade col faccino
urla e piange il biricchino
si riprende col bacino
torna a casa tutto sudato
fa il bagnetto con la tata
poi la ninna sul piumotto
ora è caldo in casetta
con il canto la giovinetta
le racconta la sua fiabetta.
Qui nel fresco del mattino
qui tra il fruscio delle canne
qui nel continuo cinguettio
qui tra cielo e acqua
qui lungo la via del faro
qui dove l'argine ha un fine.