Scritta da: Alessandro Bonfanti
in Poesie (Poesie personali)
Il testamento di un ubriaco innamorato
Gli ubriachi e i poeti non sanno mentire
l'uva o l'amore ne han sciacquato la sobrietà.
Prima o poi riceverai queste parole,
sono il testamento incompiuto di un filo d'erba
che ha perso la notte del suo cielo.
E anche se gli analisti lo negheranno
lui non sarà più lo stesso;
sorriderà,
bacerà,
suderà,
forse amerà,
ma steganografata nelle pagine della sua vita
sarà la tua presenza.
Scusami ho bisogno di sapere che esisto
ancora in qualcosa di te,
e vorrei più d'ogni altra cosa
che non fosse solo dolore.
Vorrei che fossi scaldato
in ogni nota della tua vita
dal calore di chi veramente ami.
Vorrei che chi veramente ami
faccia della tua vita il più bel capolavoro
e che la terra possa sempre regalarti il sussulto
che ti fa sentire vivo,
e diverso.
Così come diverse hai reso questa voce
e queste mani che hanno ancora paura
a dire che ti vogliono bene
e se fregano del mondo
e della mia ragione
che mi chiedono di dimenticarti.
Scriverò nuove pagine ma non rinnegherò mai
i capitoli che le hanno precedute,
non me lo chiedere,
non te lo chiedere.
E scusa anche l'estrema follia,
che non si addice ad un mondo tanto immediato,
ma spero ancora in te.
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