Spesso mi viene in sogno bizzarra e penetrante Una donna mai vista, che amo e che mi ama, Che con lo stesso nome si chiama e non si chiama Diversa e uguale m'ama e sempre è confortante
È per me confortante, e il mio cuore parlante Per lei soltanto, ahimé! Non è più cosa grama Per lei soltanto, in fronte del sudore la trama Lei soltanto rinfresca, con le lacrime piante. È' bruna, bionda o rossa? Non mi è dato sapere. Il suo nome? Ricordo che è dolce e dà piacere. Come nomi diletti che la vita ha esiliato.
All'occhio delle statue è simile il suo sguardo, Ed ha la voce calma, lontana, grave, il fiato Delle voci più care spente senza riguardo.
Questo mio bacio accogli sulla fronte! E, da te ora separandomi, lascia che io ti dica che non sbagli se pensi che furono un sogno i miei giorni; e, tuttavia, se la speranza volò via in una notte o in un giorno, in una visione o in nient'altro, è forse per questo meno svanita? Tutto quello che vediamo, quel che sembriamo non è che un sogno dentro un sogno.
Sto nel fragore di un lido tormentato dalla risacca, stringo in una mano granelli di sabbia dorata. Soltanto pochi! E pur come scivolano via, per le mie dita, e ricadono sul mare! Ed io piango - io piango! O Dio! Non potrò trattenerli con una stretta più salda? O Dio! Mai potrò salvarne almeno uno, dall'onda spietata? Tutto quel che vediamo, quel che sembriamo non è che un sogno dentro un sogno?
In visioni di notturna tenebra spesso ho sognato svanite gioie - mentre un sogno, da sveglio, di vita e di luce m'ha lasciato col cuore implacato.
Ah, che cosa non è sogno in chiaro giorno per colui il cui sguardo si posa su quanto a lui è d'intorno con un raggio che, a ritroso, si volge al tempo che non è più?
Quel sogno beato - quel sogno beato, mentre il mondo intero m'era avverso, m'ha rallegrato come un raggio cortese che sa guidare un animo scontroso.
E benché quella luce in tempestose notti così tremolasse di lontano - che mai può aversi di più splendente e puro nella diurna stella del Vero?