Questo arsenico, sa di miele. Lo mangio a cucchiaiate forti, ma vomito farfalle agli angoli delle strade. Mi riprendo! Pitturando gli alberi con colori accesi, che muoiono in allegria. Mi riprendo! Sognando santi e falsidei, che con vecchie "profezie" illuminano la via. Non è vero, non posso riprendermi. Quella stronza balla sul mio cervello ci gioca e lo possiede. Con quanta facilità guida i miei pensieri e domina le mie fantasie. Nel frattempo mi distraggo giuro che lo faccio! Leggo, scrivo e fumo hashish; ma lei è sempre qui. Tra due righe di boudelaire, nelle nuvole di fumo, ed in questa stupida poesia.
Sarebbe squallido, banale e ridicolo parlare d'un infelice amore o d'un platonico rapporto. Parlerò invece d'un amore felice e consumato nel migliore dei modi, tra le lenzuola. La sua bianca pelle era un tutt'uno con la mia, mentre quelle labbra vermiglio accarezzavano dolcemente il collo ed il mio petto. I suoi immensi occhi distoglievano l'attenzione da qual si voglia distrazione. D'un tratto gemiti, imprecazioni e parole sconnesse rimbombavano per la stanza in una pozza di passione. Stop! Ed un intenso, pungente quanto acre odore di felicità si respirava nella statica aria di quella stanza.
Tu pensi che l'amore sia quella cosa che esce dalla busta di patatine. Pensi che l'amore siano i tuoi occhi rossi di pianto o la tua faccia da sgomento quando vedi me ed uno schianto. L'amore non è da egoisti. L'amore non è per tutti. L'amore non è da me.