Le migliori poesie inserite da Angelo Michele Cozza

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Scritta da: Angelo Michele Cozza

Se sai che t'amo

Se sai che t'amo

Se sai che t'amo, ascolta:
dissolvi i tuoi timori
il tuo sogno non sfiorire
sbalza oltre la foschia
e al limine esteso
il tuo sguardo ancora mi ritrovi.
Son qui che ti aspetto
mentre la sabbia scivola
nella clessidra e il tempo
della nostra vita si consuma|
Fa presto! Ritorna!
Riportami i tuoi baci
ancora le dita della tua mano
si intreccino alle mie
le labbra tue dolci incontri
come la prima volta, vieni
libera il mio pensiero
dal labirinto senza uscite
se intrappolato vaga
tra le stanze della tua assenza.
Cedi a questa dolcezza
che ti insidia, placa l'arsura
del cuore smarrito tra le dune
in cui il tuo editto l'ha confinato
abbandoni poi il mio sudario
intriso di nostalgia e di malinconia.
Vieni: è certezza quest'amore
che dentro tuona lampeggia
e dà acqua alla tua rosa in agonia
sradicami dal ceppo a cui la catena
della tua indifferenza mi imprigiona.
Dai piglio a quest'affetto
che si accende nel mio petto
se vicina ti penso e un'onda
di tenerezza segreta ti raggiunge
sotto l'arco di chiarore che ti illumina come un sole
continuiamo a vivere in uno scambio
di sogni e mescoliamo le nostre vite.
Dubbiosa, che possiamo perdere
se null'altro di tangibile s'afferra
dal vorticoso vuoto dei giorni?
Sbalza, sbalza oltre le rovine
datti ali immortali
e spirito ritrovami
afferrami e portami con te
in alto oltre le miserie della vita
ove solo soffi d'amore spirano.
È sulle scale dell'essere
che sfinito t'aspetto
come respiro che ritorni!
Vuoi che io qui muoia
o mi rialzi pieno di vita
e aumentato di amore
ti dia ancora il braccio
e risalga verso la luce?
Resterò su questa scala
a filtrare dal silenzio
il rumore dei tuoi passi
a sillabare domani le tre sillabe
del tuo nome per ridarti un volto.
Se sai che t'amo, ritorna
varca il confine e abbracciami
prima che su quelle scale io muoia.
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    Scritta da: Angelo Michele Cozza

    Accade dall'inizio del mondo

    Accade dall'inizio del mondo
    che si cerchi una donna
    tra fiori e pattume si rovista:
    una a caso ne incontri
    si calma il bisogno di sentimenti
    e di emozioni, sfoca l'istinto.
    Beatrice Laura Clizia
    Messalina Lucrezia
    creature del sogno o della carnalità
    angeli salvifici o demoni
    rugiada d'anima o tormento dei sensi
    esistenze illuminano o oscurano
    la mente di un uomo possiedono,
    se non inganni, ebbrezze e gioie
    a cuori sedotti pur regalano.
    Se sante o puttane le incontri
    non è dato saperlo, prima
    solo quelle al bordo di una strada
    o immolate alla fedeltà non lasciano dubbi.
    Quanto tempo onirica visione
    o vergine sorriso ho perduto
    a cercare l'amore che non c'è
    e a raccogliere solo dolore!
    Hobbista e consumatrice
    di uomini protesa a nuova ricerca
    sradicarti da me per rinascere
    non sapendo io morire:
    è questa la mia fuga!
    Fossi stata lucciola leale
    e ti fossi posata sul cuore
    avresti lasciata una traccia luminosa:
    non la lussuria di una bocca
    l'avido possesso dell'apice di due gambe
    o un orifizio penetrato posso incidere
    a memoria sulla lapide che conserva
    le spoglie del sogno senza tempo
    decapitato dall'enfasi di una perfidia!
    Escremento di Eros, medusa incattivita,
    nel mare delle invertebrate esistenze
    galleggia pure inanimata!
    Nuda impurità al mio antipodo
    mai raggiungere potrai l'isola dei sospiri
    lì, valori e amore vivono illibati
    e omaggio si rende solo a vite esemplari.
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      Scritta da: Angelo Michele Cozza

      Taci stupido orgoglio

      Taci stupido orgoglio
      smorza l'insorta rancura
      che deluso come fuoco mi brucia!
      Inviperito non sospingermi
      abbuiato sull'orlo del pendio
      che scoscende fino alla fossa:
      abboniscimi, giungere là non voglio
      così infangarmi non posso...
      Pur se amor in petto infuria
      ma nulla lo cura o la carezza
      di una mano lo sfiora, ancora
      zitto zitto nell'ombra restiamo
      e facciamo finta di niente.
      Impietoso non ricordarmi
      che offrir volevo in dono
      a chi non sapeva che farsene
      l'oro colato dai miei sospiri.
      Luce non può raccogliere
      chi ha già occhi chiusi
      fragore di cuore non scuote il sordo:
      sasso egli resta agli scoppi di spolette
      d'amore tutto assorto nel suo torpore!
      Ah cuore, cuore immiserito
      come ieri non te ne sei accorto!
      Randeggiare, non approdare
      questo ci poteva essere concesso...
      quando avvistammo l'isola dei sogni!
      Dopo affondo per vortici d'assenza
      ora puro marame ogni riva ci respinge;
      sull'animo da inganno fatto diaspro
      un soffiar di giorni cosparge le spente
      ceneri di un ultimo ceppo di illusioni!
      Taci, taci impennato orgoglio
      attizzato e indignato non insorgere
      non inveire contro l'Invisibile
      o chiunque altro umano fariseo
      che appostato nel silenzio ci derida!
      Andiamo, proseguiamo pure...
      spogliati di miraggi e di speranze
      continuiamo il gravoso viaggio.
      Dalla prigionia del corpo
      sforziamo un sorriso;
      finti vivi e maschera, affettiamo
      un cordiale gesto di saluto
      rivolti al passante ignaro
      che incontreremo domani;
      a chi estraneo, al cuore
      mai appuntamento potrà dare.
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